domenica 29 gennaio 2012

Omma... Lalito... Serimonio...



Magari qualcuno si lamenterà che c'è voluto un pochino (sarà un mese che sono andato), ma in fondo meglio tardi che mai. Ecco dunque un reportage - soprattutto fotografie e didascalie, altrimenti diventa un romanzo - di un vero matrimonio indiano al quale sono stato invitato a partecipare da un collega di lavoro - Lalit, lo sposo in questione.

Abbiate pazienza ma tenterò di essere breve perchè mi conosco e altrimenti va a finire che dico "lo faccio bene", poi viene troppo lungo, mi rompo e dico "vabbè lo divido in 2 parti" e poi la seconda parte non arriva mai perchè mi scazzo sapendo che sarà un lavoraccio da fare.

Una breve premessa va comunque fatta: doveva essere un viaggio di 6 ore, sono diventate 10 causa traffico, problemi di orientamento ecc. ecc. Il risultato è che siamo arrivati in leggero ritardo, ma ne riparliamo più avanti.

Iniziamo sotto i migliori auspici: tutta la fila in fondo per me!
 
Pausa colazione dopo partenza in ritardo di un'ora e mezza su orario concordato che ci aveva obbligato a svegliarci alle 7 - coi maroni girati già di prima mattina -
Tipica colazione indiana: "Something" Dosa
Camion di canna da zucchero. Un consiglio all'autista: in caso di ingorgo, non ti fermare...
...altrimenti la gente si sporge dal finestrino e ti frega la canna da zucchero! (noi siamo stati morigerati, c'è chi gliene ha fregata una camionata!)
Intermezzo: il paesaggio dal finestrino



10 ore di viaggio dopo

Vi risparmio la narrazione dell'epopea del viaggio, fatta di fame, caldo, nervoso, pipì, GPS e chilometri: andiamo al dunque.

Arriviamo che la tipica processione danzante da casa dello sposo al luogo della cerimonia è praticamente bella che finita perchè lo sposo ha raggiunto la meta. O meglio, lo vediamo che la raggiunge. E quindi riusciamo ad avvertirlo che ce l'abbiamo fatta e siamo in ritardo di sole 4 ore! (...). 

Cosa fa lui? Invece di mandarci a quel paese FA FERMARE L'INTERA PROCESSIONE a tipo 5 metri dalla fine e FA ASPETTARE TUTTI finchè non saliamo in camera (pagata da lui) e ci cambiamo per partecipare almeno all'ultimo pezzetto. GRANDE LALIT!

I tre italiani con i Kurta dei 3 colori giusti. VI GIURO CHE NON L'ABBIAMO FATTO APPOSTA!!!
"Quanti invitati ci saranno?" "Mah, secondo te quanti ce ne stanno in un campo da calcio?"
Lo sposo ci invita ad unirci al corteo: seguono doverose (dopo la gentilezza riservataci era il minimo!) danze all'indiana.

Non è che è arrabbiato; solo che gli indiani, in posa nelle foto, non sorridono (si veda anche oltre).

Prima parte della cerimonia vera e propria


Prime foto di gruppo di rito
2° Parte della cerimonia
Posto d'onore per gli ospiti internazionali (precedentemente annunciati UNO PER UNO PER NOME E NAZIONE dallo speaker)
Anche in India si tira il riso agli sposi, ma un chicco per volta...
Mega foto di gruppo finale!

Finite le cerimonie, il banchetto!
Il gelato fatto come una volta, grattando un cubo di ghiaccio e aggiungendo poi lo sciroppo (a qualche spezia...)
Approvato da iuccio
FOTO CONCLUSIVA!



Che altro dire? Indubbiamente è stata un'esperienza davvero interessante. Il primo ringraziamento va indubbiamente a Lalito (parentesi: il nome è Lalit, ma l'officiante continuava a cantilenare "Omma... Lalito... Serimonio..." e mi è suonato così bene che adesso lo chiamo Lalito) che ci ha invitato e ha contribuito sia alle spese di trasporto che a pagarci una camera d'appoggio solo per cambiarci e ovviamente cibo ecc. Il secondo va a Abhishek che ha organizzato il trasporto: magari non è stato dei più efficienti, ma è andata e quindi bene così!

Alcune note conclusive e forse ilari riguardano piccoli fatti curiosi, tipo che:
  • ERAVAMO GLI UNICI IN ABITI TRADIZIONALI INDIANI (eh, grazie che ci tutti ci guardavano!)
  • quando siamo entrati ci hanno annunciato all'altoparlante ("Dario, from Italy; Matteo, from Italy; Tali, from Canada" ecc.)
  • la gente voleva fare le foto con noi e conoscerci/parlarci/anche solo starci vicino (davvero, alcuni che parlavano inglese ci hanno spiegati che altri ci volevano conoscere perchè eravamo i primi stranieri che incontravano... ma mica gente giovane!)
  • ancora non ho capito di preciso quale fosse il papà dello sposo perchè ce ne ha presentati almeno 3 (suppongo si tratti quindi anche di una forma onorifica, dato anche tutto il toccare i piedi - simbolo di grande rispetto - di tali papà che precedeva la cosa)
  • l'ultimo posto in fondo dell'autobus, così comodo all'andata, si è rivelato controproducente al ritorno quando, in notturna, abbiamo tentato di dormire - dato che il giorno dopo si andava direttamente a lavoro - e ad ogni buca io letteralmente volavo, con contorno di imprecazioni varie...

3 commenti:

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